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Colantoni M F
Bruna, 60 anni. Autonomia nella vita quotidiana per una persona con ritardo mentale
Dati editoriali: Portale SIVA FondazioneDon Carlo Gnocchi
Abstract: Era il 1959 quando a soli 10 anni Bruna, primogenita di una famiglia di umili origini, venne ricoverata con diagnosi di “oligofrenia medio grave” presso un Istituto di Assistenza, in cui trascorse 30 anni. A 55 anni compare un Erpes zoster che tende a cronicizzare ed evolve in algoneurodistrofia dell’arto inferiore sinistro. Il dolore continuo ed insopportabile in breve tempo costringe Bruna in carrozzina e per lei inizia un lungo calvario che la vedrà protagonista di continui ricoveri ospedalieri e rinnovati programmi terapeutico-riabilitativi. Questo elaborato riguarderà il progetto di riorganizzazione assistenziale volto a garantire una buona qualità di vita per Bruna all’interno dell’Istituto. Partendo da una valutazione complessiva dell’ambiente, in collaborazione con il personale di assistenza e con Bruna stessa, si è sviluppato un programma che è stato via via ampliato, riveduto e corretto in relazione alle necessità dettate dal decorso clinico. Sono state studiate, ricercate ed adottate soluzioni sia strutturali (rampe di accesso, adattamenti del bagno, ecc.), sia per ciò che concerne la dotazione di ausili (carrozzina, calzature ortopediche).
Anno di pubblicazione: 2008
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: luglio 2011
Farina E
Fabrizio, 31 anni, disabilità motoria: autonomia nello sport
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus
Abstract: Fabrizio ha 31 anni, è paraplegico da quattro, è autonomo, lavora e a breve andrà a vivere da solo… ma vorrebbe qualcosa di più. Desidera infatti mettersi alla prova, riprovare il gusto della competizione dell’esercizio fisico. Questo lavoro presenta un’esperienza di consulenza professionale sostenuta da un rapporto di stima e fiducia reciproca, che ha poi portato Fabrizio ad una progressiva presa di coscienza di nuovi bisogni di autonomia personale sviluppatisi attorno alle attività sportive proposte: il Monosci e l’ Handybike. Al fine di rispondere adeguatamente alle richieste che mi venivano poste è stato importante seguire un percorso metodologico che ha previsto, in successione, l’esame dell’attività residua, l’analisi dei bisogni e delle aspettative, l’individuazione delle attività più consone, la definizione di un percorso di attuazione del progetto ed utilizzo degli ausili individuati, la verifica a distanza delle attività e della loro ricaduta sulla qualità di vita mediante questionari quali il Q.U.E.S.T e il P.I.A.D.S.
Anno di pubblicazione: 2005
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: dicembre 2005
Opezzo P
Gina, 71 anni, disabilità motoria: autonomia nella propria casa
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus
Abstract: A causa di una emiplegia provocata da una ischemia cerebrale si è dovuto riorganizzare l'ambiente di vita sia con modifiche architettoniche che con l'adozione di ausili; tutto ciò ha permesso un adeguato reinserimento domiciliare e una ripresa delle attività di vita quotidiana.
Anno di pubblicazione: 2003
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: giugno 2003
Rescigno L
Elena, 15 anni. Autonomia nella vita quotidiana per una persona con esiti di grave trauma cranico
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi
Abstract: L’elaborato presenta la storia di una ragazzina di 15 anni che in un giorno, apparentemente simile ad un altro, all’uscita da scuola ha un incidente stradale. Il risveglio dai quattro lunghi e agonizzanti giorni di coma è per la famiglia la quiete dopo la tempesta, ma per Elena rappresenta solo l’inizio di un lungo percorso pieno di trasformazioni, di presa di coscienza e di situazioni nelle quali è dura riconoscersi, in una realtà ed un corpo che non riconosce come suo e in situazioni che vede insormontabili. L’intento della tesi è quello di descrivere passo dopo passo, attimo dopo attimo, soluzione dopo soluzione il ritorno di Elena ad una vita ancora tutta da vivere ed al sentirsi parte attiva di una realtà che lei vive, nonostante tutto. Nello specifico si descriveranno le soluzioni scelte per gli spostamenti, per il rientro al domicilio, per l’autonomia personale e per la comunicazione, nella fattispecie la carrozzina con il sistema di postura, le soluzioni per l’eliminazione delle barriere architettoniche al domicilio e gli ausili per la comunicazione: il comunicatore alfabetico, in un primo momento, ed il software in un seguito.
Anno di pubblicazione: 2009
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: maggio 2013
Opezzo P
Progetto di sostegno al rientro al domicilio di un soggetto con emiplegia: il caso di Gina
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica Milano e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 1999-2000
Abstract: Il rientro al domicilio, dopo un periodo di ospedalizzazione per una patologia che ha dato esito ad una disabilità importante (l’emiplegia), è un momento molto delicato per il paziente e i suoi familiari. Oltre alle problematiche di natura psicologica legate all’accettazione della nuova condizione, il paziente si trova a dover affrontare problemi nell’ambito delle attività di vita quotidiana e di molte altre attività funzionali. E’ quindi necessario intervenire con ausili, adeguamenti e soluzioni che permettano al soggetto emiplegico di riorganizzare la propria vita e i propri spazi all’interno dell’ambiente familiare (e sociale). Nello specifico di Gina l’introduzione di alcuni ausili ha permesso di raggiungere l’autonomia in alcuni ambiti funzionali (ad esempio l’utilizzo dei servizi igienici) e di ridurre il carico assistenziale in altri (ad esempio farsi la doccia o superare il dislivello delle scale). Le attività considerate sono state la mobilità all’interno dell’appartamento, assicurata dalla deambulazione con l’ausilio di un tripode e di un’ortesi peroneale e dalla carrozzina manuale, soprattutto per la mobilità esterna; l’igiene personale, con l’introduzione di semplici ausili e minimi adeguamenti; il superamento delle barriere architettoniche presenti nell’edificio, le scale, tramite l’installazione di una piattaforma elevatrice
Anno di pubblicazione: 2000
Tipo di documento: Tesi
Data ultima modifica: maggio 2003
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