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Betto A
Francesco, 9 anni, disabilità motoria: autonomia nella propria casa e inserimento a scuola
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus
Abstract: Francesco è un bambino come tanti, la sua una famiglia come tante. L’ho scelto come protagonista di questo elaborato perché nonostante la pesante diagnosi che l’accompagna e che potrebbe far pensare all’inutilità di qualsiasi obiettivo, dimostra come sia importante nei suoi confronti che tutte le persone coinvolte continuino a pensare alla realizzazione di interventi che aiutino la famiglia nelle fatiche quotidiane e che favoriscano in lui l’affiorare delle capacità residue di relazionarsi con l’ambiente circostante e con gli altri. Attraverso la ricostruzione dell’itinerario percorso dalla famiglia e dai tanti operatori coinvolti, attraverso l’elenco delle soluzioni che sono state adottate, si intravede come sia possibile influire positivamente sui vissuti personali e sulle motivazioni che aiutano a ricercare con caparbietà dei risultati che per quanto piccoli possono cambiare la propria visione della vita futura. Una carrozzina posturale che oltre ad offrirgli una posizione confortevole gli permette di esplorare con lo sguardo e di osservare lo spazio circostante, un deambulatore che lo facilita nell’esplorazione dell’ambiente, un progetto studiato per eliminare le barriere architettoniche dell’abitazione, una sedia da doccia che rende meno faticosa alla mamma la cura della sua persona, una sedia ed un tavolo che gli permettono di stare seduto a scuola come gli altri compagni sono ausili di semplice reperibilità ma che si rilevano importanti per raggiungere obiettivi di vita comuni a tutti noi.
Anno di pubblicazione: 2005
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: maggio 2013
Ciot C
Pietro, 7 anni, disabilità motoria: autonomia nella comunicazione
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus
Abstract: Pietro ha sei anni e mezzo ed una diagnosi di tetraparesi distonica ed anartria, una funzionalità ridotta agli arti superiori e riesce ad articolare solo alcune parole, ma dimostra buona capacità di comprensione. Il presente elaborato ricostruisce l’itinerario verso l’autonomia percorso dal bambino, insieme ai suoi familiari ed agli operatori del Centro di riabilitazione che lo ha in carico. Un’esperienza segnata inizialmente dalla fatica di separarsi dalla madre che si esprimeva col rifiutare ogni persona ed ambiente non familiari. Poi, lentamente, l’instabilità emotiva si è ridotta, Pietro ha iniziato a percepirsi come capace di fare, ha conosciuto la gratificazione che ne deriva, i suoi interessi si sono ampliati. Da qui ha preso avvio il progetto finalizzato a definire le modalità per individuare gli ausili che permettessero a Pietro di interagire con l’ambiente circostante e di partecipare attivamente alle attività didattiche. Una volta verificato che, pur compromesso, l’arto superiore destro era il segmento corporeo più funzionale, a Pietro è stata prescritta un’ortesi per mantenere l’allineamento del polso e del dito indice. In questo modo egli, che già era in grado di gestire un dispositivo a scansione automatica, può ora utilizzare un comunicatore con uscita in voce azionabile mediante la selezione diretta dei tasti. Inoltre per la realizzazione di unità didattiche personalizzate è stato individuato un software “aperto” multimediale. Infine è stata proposta una carrozzina posturale che, fra le altre cose, gli permetterà di portare con sé il comunicatore nonché di svolgere l’attività al computer evitando affaticanti spostamenti dal passeggino alla sedia come accadeva in precedenza.
Anno di pubblicazione: 2005
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: febbraio 2005
Clemente C
Andrea, 6 anni. Autonomia nella vita quotidiana per una persona con paralisi cerebrale infantile
Dati editoriali: Portale SIVA FondazioneDon Carlo Gnocchi
Abstract: Andrea è un bimbo di 6 anni, affetto da paralisi cerebrale infantile e la sua mamma è il genitore che più da vicino si prende cura di lui. Nel 2007 inizia una frequentazione dell’asilo, seppur non assidua, per via delle notevoli difficoltà di spostamento. Al momento della presa in carico, infatti, per spostarsi all’esterno della sua abitazione, Andrea si affidava completamente alla sua mamma. All’interno dell’abitazione Andrea utilizzava un sistema di seduta ormai decisamente troppo piccolo (prescritto già da 2 anni), mentre all’asilo utilizzava lo stesso passeggino adoperato per gli spostamenti esterni, in quanto la scuola non possedeva alcun sistema di postura. Il nostro lavoro è stato, pertanto, incentrato sulla ricerca di soluzioni volte al miglioramento di tale situazione, al fine di alleggerire il carico assistenziale della madre, offrire ad Andrea una migliore postura e di conseguenza aprirgli nuove prospettive. Le soluzioni adottate al termine della valutazione ausili hanno riguardato la postura, l’autonomia nell’alimentazione, la riduzione del carico assistenziale e la prevenzione dello stabilizzarsi di deformità agli arti inferiori. In particolare, sono stati proposti due sistemi di postura, tutori e scarpe ortopediche, un bicchiere con ferma-cannuccia, la ristrutturazione della sala da bagno e l’installazione di una piattaforma elevatrice.
Anno di pubblicazione: 2007
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: luglio 2011
De Luca D
Robertina, 38 anni, disabilità motoria: autonomia nella vita di relazione
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus
Abstract: Roberta ha 38 anni e da sette convive con gli esiti di una meningoencefalomielite. Si muove lentamente e tutto ciò che svolge le risulta faticoso. Vive in una casa scarsamente accessibile, dalla quale esce pochissimo perché è posta al terzo piano e senza ascensore. Nel corso degli anni le sue condizioni cliniche sono peggiorate e hanno messo in luce alcuni problemi in molte delle attività che svolge: si affatica velocemente nel cammino, nel fare le scale, nel lavarsi e nell’esecuzione di molte delle faccende di casa. Ha dovuto diminuire le sue attività del tempo libero e vorrebbe trovare delle soluzioni per poter andare a fare la spesa o per girare più autonomamente per la città ed il centro storico, vorrebbe conoscere meglio gli ausili che potrebbero servirle, vorrebbe trovare delle soluzioni per lavarsi nella vasca con meno dispendio di energie, per usare più comodamente i fornelli, il lavello e il lavandino. Possiede una carrozzina manuale, ma non riesce a usarla nell’appartamento perché i locali sono troppo stretti, ha conseguito la patente speciale e possiede un’automobile con adattamenti per la guida che non riesce a sfruttare appieno dal momento che non conosce bene le strade. Partendo dall’analisi delle richieste da lei formulate e considerando gli ausili di cui già dispone, si percorrono le tappe per giungere a trovare delle soluzioni ai suoi problemi domestici, di mobilità e conoscenza. L’obiettivo del progetto è molteplice e consiste nel fornire una maggiore autonomia a Roberta, dando una risposta alle sue richieste, ottimizzando le sue capacità residue e fornendo nuove risorse.
Anno di pubblicazione: 2005
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: febbraio 2005
Pigini L, Liverani G
Antonietta, 46 anni. Riadattamento del posto di lavoro per una persona impiegata in banca, con esiti di poliomelite infantile
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi
Abstract: Antonietta è una donna di 46 anni con invalidità riconosciuta del 74% dovuta a poliomielite in età infantile. E’ affetta inoltre da tunnel carpale bilaterale. Attualmente utilizza un paio di stampelle per gli spostamenti e due tutori esterni che sostenendo le gambe sgravano le ginocchia del carico sopportato. Antonietta lavora come impiegata presso un istituto di credito. In questa breve presentazione vengono messi in luce i potenziali rischi derivanti dallo svolgimento della particolare attività lavorativa e viene presentata la soluzione progettuale atta alla resa del luogo di lavoro in esame più sicuro e tutelativo.
Anno di pubblicazione: 2009
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: maggio 2013
Pigini L, Liverani G
Clara, 25 anni. Riadattamento del posto di lavoro per una persona impiegata in banca, con ipotonia degli arti inferiori
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi
Abstract: Clara è una ragazza di 25 anni affetta da una grave ipotonia degli arti inferiori con invalidità riconosciuta del 100%. Per la mobilità personale ha sempre bisogno di un supporto e non riesce a spostarsi se non per brevi tratte. Avvalendosi del servizio di collocamento mirato offerto dall’ente Provinciale in cui risiede, ha iniziato a lavorare presso un importante istituto di credito italiano. Oggi ricopre, per l’azienda, il ruolo di operatrice help-desk con compito di assistenza procedurale alle agenzie e agli uffici della banca. In questa breve presentazione vengono messi in luce i potenziali rischi derivanti dallo svolgimento della particolare attività lavorativa e viene presentata la soluzione progettuale atta alla resa del luogo di lavoro in esame più sicuro e tutelativo.
Anno di pubblicazione: 2009
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: maggio 2013
Pigini L, Liverani G
Domenico, 40 anni. Riadattamento del posto di lavoro per un operaio metalmeccanico, con esiti da trauma da incidente stradale
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi
Abstract: Domenico è un uomo di 40 anni a cui è stata riconosciuta un’invalidità civile del 75% in seguito ai traumi riportati in due distinti incidenti stradali (1990, 2002), che lo hanno portato ad avere l’arto inferiore destro completamente rigido. La mansione che svolge all’interno di una azienda produttrice di congelatori lo espone a rischio da sovraccarico biomeccanico per gli arti superiori per entrambi gli arti. In questa breve presentazione vengono messi in luce questi rischi e viene presentata la soluzione progettuale atta alla resa del luogo di lavoro in esame più sicuro e tutelativo.
Anno di pubblicazione: 2009
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: maggio 2013
Pigini L, Liverani G
Stefano, 46 anni. Riadattamento del posto di lavoro per impiegato con distrofia muscolare
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi
Abstract: Stefano è un uomo di 46 anni affetto da una particolare forma di distrofia muscolare di tipo disferlinico, a cui è stata riconosciuta un’invalidità del 100% con accompagnamento. Ad oggi i maggiori problemi di Stefano sono il controllo degli arti inferiori, dell’equilibrio e la ridotta forza muscolare. Stefano lavora per una cooperativa sociale che opera nel settore dei servizi per persone con disabilità. In questa breve presentazione vengono messi in luce i rischi e le inadeguatezze che l’attività lavorativa svolta presso la sede della cooperativa comporta e viene presentata la soluzione progettuale atta alla resa del luogo di tale luogo di lavoro più sicura e tutelativo, considerando che , trattandosi di una cooperativa sociale, altri utenti disabili potrebbero contemporaneamente trovarne giovamento.
Anno di pubblicazione: 2009
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: maggio 2013
Russolo F
Gabriella, 51 anni. Autonomia nella vita quotidiana per una persona con esiti di aneurisma cerebrale
Dati editoriali: Portale SIVA FondazioneDon Carlo Gnocchi
Abstract: Gabriella è una donna di 50 anni. Nell’ottobre del 2007 viene colpita da emorragia cerebrale da rottura di aneurisma carotido-oftalmnico destro. I danni motori e cognitivi che seguono all’evento appaiono da subito molto gravi: Gabriella rimane paretica ai 4 arti, con importante rallentamento psico-motorio, inizialmente portatrice di PEG. Questo progetto ha lo scopo di evidenziare il percorso di reinserimento domiciliare effettuato dalla nostra Struttura Ospedaliera in collaborazione con il Distretto Sanitario. Il rientro a domicilio rappresenta sempre, per il malato ed il suo nucleo familiare, un momento di grande tensione; dall’ambiente protetto dell’ospedale si ritorna alla vita quotidiana nella quale si teme di incontrare molti ostacoli e poco aiuto dalle strutture di riferimento. Dopo la prescrizione degli ausili durante la degenza ospedaliera ed una attenta valutazione complessiva del caso, si è cercato di “accompagnare” la famiglia al momento del rientro a casa. Nell’ottica di cercare di garantire a Gabriella un’assistenza a lungo termine, si sono attivate risorse specifiche a livello territoriale al fine di personalizzare il supporto dato a lei ad alla sua famiglia, sia per quanto riguarda la richiesta di ulteriori ausili e l’assistenza, se saranno necessari, sia per quel che concerne il supporto psicologico del principale caregiver.
Anno di pubblicazione: 2008
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: luglio 2011
Tisot M
Tato, 18 anni. Autonomia nella vita quotidiana per una persona con epidermolisi
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi
Abstract: L’elaborato riguarda un caso con epidermolisi bollosa distrofica grave di 18 anni che richiede il rinnovo della prescrizione di una carrozzina elettronica. Il ragazzo frequenta le superiori, affiancato da un educatore per l’assistenza. Tato usufruisce di assistenza domiciliare (infermieristica), ed è seguito da diversi specialisti per le conseguenze della sua malattia; non c’è però nessun momento di incontro tra queste varie figure sanitarie e sociali. Negli incontri di counselling con il ragazzo si è evidenziato il bisogno di essere aiutato a gestire la sua malattia per potersi permettere una vita sociale extra familiare maggiormente attiva e una maggiore autonomia dall’educatore in ambito scolastico. Il progetto, in itinere, riguarderà oltre alla scelta della carrozzina e alla sua personalizzazione, anche l’aspetto della manipolazione (pseudo sindattilia), l’uso autonomo del computer e la verifica degli ausili già in dotazione sia a domicilio sia a scuola. Si cercherà di promuovere insieme a Tato – presso le altre figure sanitarie e sociali che intervengono sul caso – la costituzione di un’équipe multidisciplinare che, nel rispetto delle reciproche competenze, lavorino in sinergia, non solo per prolungare la vita del ragazzo, ma anche per rendergliela più vivibile.
Anno di pubblicazione: 2008
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: maggio 2013
Occhi E
Clinica della postura seduta
Dati editoriali: Dispense Corso di Alta Formazione "Tecnologie per l'Autonomia". Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus
Abstract: L'articolo tratta la fisiologia e la biomeccanica della postura normale e patologica, traendo da esse le indicazioni cliniche per la corretta postura seduta.
Anno di pubblicazione: 2016
Tipo di documento: Documenti non pubblicati
Data ultima modifica: aprile 2016
Caracciolo A
Ausili per la postura e la stabilizzazione
Dati editoriali: Dispense Corso di Alta Formazione "Tecnologie per l'Autonomia". Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus
Abstract: Vi è oggi una grandissima disponibilità di ausili per la postura con numerose possibilità di personalizzazione. Ciò tuttavia non garantisce la riuscita di un intervento terapeutico senza un'attenta valutazione effettuata da operatori competenti. La lezione propone innanzitutto una metodologia per la corretta valutazione dell'ausilio. Segue una dettagliata analisi dei singoli elementi che compongono un sistema posturale.
Anno di pubblicazione: 2013
Tipo di documento: Lezioni
Data ultima modifica: febbraio 2013
Occhi E
Elementi di clinica della postura seduta
Dati editoriali: Dispense Corso di Alta Formazione "Ausili per l'Autonomia e la Partecipazione" - Associazione La Nostra Famiglia IRCCS E.Medea
Abstract: La lezione analizza anzitutto la postura seduta ideale nella persona “normale” (assenza di menomazioni di natura essenzialmente neurologica e/o ortopedica) dal punto di vista della cinematica (disposizione dei diversi segmenti nello spazio - angoli articolari), della cinetica (forze e momenti in gioco nel mantenimento della postura, sforzi e deformazioni a livello delle strutture biologiche) e dei meccanismi di controllo neurofisiologici. L’analisi è rivolta ai singoli segmenti corporei, partendo dal bacino, e alla influenza dell’assetto di ciascuno di questi sull’intero sistema. Viene successivamente presa in considerazione la postura seduta nei soggetti con disabilità analizzando i problemi più frequentemente incontrati nell'assunzione e mantenimento di questa postura e proponendo le diverse possibili soluzioni finalizzate a garantire la massima sicurezza, il massimo comfort e la massima funzionalità, con particolare riferimento ai sistemi di postura. Di questi ultimi vengono illustrate le caratteristiche principali e i meccanismi d'azione.
Anno di pubblicazione: 2019
Tipo di documento: Lezioni
Data ultima modifica: settembre 2019
Spagnolin A
Il sistema di postura
Dati editoriali: Dispense Corso di Alta Formazione "Ausili per l'Autonomia e la Partecipazione". Associazione La Nostra Famiglia IRCCS E.Medea
Abstract: ..
Anno di pubblicazione: 2019
Tipo di documento: Lezioni
Data ultima modifica: settembre 2019
Caracciolo A, Ferrario M
Seating Clinic - Scheda per l'analisi della postura seduta
Dati editoriali: Milano: Fondazione Don Gnocchi, 1999
Abstract: Scheda di misurazione e di valutazione dell'assetto posturale della persona con disabilità su sistemi di seduta (carrozzine, sedie e seggioloni, unità posturali). La scheda è frutto di una ricerca finalizzata affidata dal Ministero della Sanità all'IRCCS S.Maria Nascente della Fondazione Don Gnocchi sul tema "Attivazione Sperimentale di un servizio di valutazione personalizzata di sistemi di postura per pazienti con gravi disabilità motorie" (1996-1998)
Anno di pubblicazione: 1999
Tipo di documento: Strumenti di lavoro
Data ultima modifica: settembre 2011
Ciot C
Quando si può fare di più che parlare con gli occhi: a piccoli passi verso l’autonomia. Il caso di Pietro
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica Milano e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 2003-2004
Abstract: Pietro ha sei anni e mezzo ed una diagnosi di tetraparesi distonica ed anartria, una funzionalità ridotta agli arti superiori e riesce ad articolare solo alcune parole, ma dimostra buona capacità di comprensione. Il presente elaborato ricostruisce l’itinerario verso l’autonomia percorso dal bambino, insieme ai suoi familiari ed agli operatori del centro di riabilitazione che lo ha in carico. Un’esperienza segnata inizialmente dalla fatica di separarsi dalla madre che si esprimeva col rifiutare ogni persona ed ambiente non familiari. Poi, lentamente, l’instabilità emotiva si è ridotta, Pietro ha iniziato a percepirsi come capace di fare, ha conosciuto la gratificazione che ne deriva, i suoi interessi si sono ampliati. Da qui ha preso avvio il progetto finalizzato a definire modalità ed individuare ausili che permettessero a Pietro di interagire con l’ambiente circostante e di partecipare attivamente alla attività didattica. Una volta verificato che, pur compromesso, l’arto superiore destro era il segmento corporeo più funzionale, a Pietro è stata prescritta un’ortesi per mantenere l’allineamento del polso e del dito indice. In questo modo egli, che già era in grado di gestire un dispositivo a scansione automatica, può utilizzare un comunicatore con uscita in voce azionabile mediante la selezione diretta dei tasti. Inoltre per la realizzazione di unità didattiche personalizzate è stato individuato un software “aperto” multimediale. Infine è stata proposta una carrozzina posturale che, fra le altre cose, gli permetterà di portare con sé il comunicatore nonché di svolgere l’attività al computer evitando defatiganti spostamenti dal passeggino alla sedia come accadeva in precedenza.
Anno di pubblicazione: 2004
Tipo di documento: Tesi
Data ultima modifica: dicembre 2004
De Luca D
Solo et pensoso i più deserti campi vo mesurando a passi tardi et lenti: il caso di Roberta
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica Milano e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 2003-2004
Abstract: Roberta ha 38 anni e da sette convive con gli esiti di una meningoencefalomielite. Si muove lentamente e tutto ciò che svolge le risulta faticoso. Vive in una casa scarsamente accessibile, dalla quale esce pochissimo perché è posta al terzo piano e senza ascensore. Nel corso degli anni le sue condizioni cliniche sono peggiorate e hanno messo in luce alcuni problemi in molte delle attività che svolge: si affatica velocemente nel cammino, nel fare le scale, nel lavarsi e nell’esecuzione di molte delle faccende di casa. Ha dovuto diminuire le sue attività del tempo libero e vorrebbe trovare delle soluzioni per poter andare a fare la spesa o per girare più autonomamente per la città ed il centro storico, vorrebbe conoscere meglio gli ausili che potrebbero servirle, vorrebbe trovare delle soluzioni per lavarsi nella vasca con meno dispendio di energie, per usare più comodamente i fornelli, il lavello e il lavandino. Possiede una carrozzina manuale, ma non riesce a usarla nell’appartamento perché i locali sono troppo stretti, ha conseguito la patente speciale e possiede un’automobile con adattamenti per la guida che non riesce a sfruttare a pieno dal momento che non conosce bene le strade. Partendo dall’analisi delle richieste da lei formulate e considerando gli ausili di cui già dispone, si percorrono le tappe per giungere a trovare delle soluzioni ai suoi problemi domestici, di mobilità e conoscenza. L’obiettivo del progetto è molteplice e consiste nel fornire una maggiore autonomia a Roberta, dando una risposta alle sue richieste, ottimizzando le sue capacità residue e fornendo nuove risorse.
Anno di pubblicazione: 2004
Tipo di documento: Tesi
Data ultima modifica: dicembre 2004
Pirri F.
La prevenzione delle cadute degli anziani al domicilio
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 2010-2011
Abstract: L'OMS nel 2007 ha documentato che approssimativamente il 28-35% della intera popolazione ultrasessantacinquenne cade in ambiente domestico e che il rischio dell'evento caduta aumenta con l'aumentare dell'età. Secondo i dati Istat nel comune di Milano gli anziani con un'età maggiore di 65 anni erano al 1/1/10 312657 rappresentando circa il 24 % della popolazione. Le cadute a terra rappresentano un evento clinico rilevante per gli anziani perchè possono essere complicate da fratture, paura di cadere, perdita dell'autosufficienza. Dai dati della letteratura si evince che il 5% degli anziani che cade viene ospedalizzato e che il 40% delle istituzionalizzazioni presso le RSA è successivo a frattura, spesso di femore. Gli anziani sono a rischio di caduta in virtù di fattori intrinseci generalmente poco modificabili rappresentati dalle modificazioni fisiologicamente correlate all'invecchiamento, dalle malattie croniche, dagli effetti collaterali dei farmaci. L'anziano fragile è suscettibile di perdere l'autosufficienza una volta posto di fronte agli stress dell'ambiente di vita rappresentati ad esempio dalle barriere architettoniche e dall'isolamento sociale. Il rischio di caduta riconosce pertanto una patogenesi multifattoriale e può essere contenuto attraverso un approccio multidimensionale che si avvalga di interventi sulla persona e sull' ambiente di vita. L'unità didattica intende quindi esaminare i possibili interventi per ridurre il rischio di caduta dell'anziano come gli ausili per la locomozione, l'adeguamento dello spazio abitativo e i moderni ausili ad alta tecnologia come i sistemi indossabili per l'ambient assisted living o la suola elettronica.
Anno di pubblicazione: 2011
Tipo di documento: Tesi
Data ultima modifica: dicembre 2011
Porcella B
In un batter d’occhio...quando per parlare basta una palpebra. Il caso di Gabriele
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica Milano e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 2003-2004
Abstract: Lo sguardo rivolto verso l’alto per comunicare un assenso, le palpebre semi chiuse per esprimere un no, la mente lucida ed acuta imprigionata in un corpo che non risponde ai suoi comandi, una tabella di carta con 21 lettere gialle e verdi e Gabriele diventa “tiratore scelto dell’alfabeto”. Un ictus l’ha colpito relegandolo nell’immobilità ed in un silenzio ostinato dal quale vuole uscire per rimpossessarsi almeno della possibilità di soddisfare quel bisogno fondamentale per l’essere umano di comunicare, interagire con il mondo, esprimere sentimenti, idee, pensieri e rabbia. Può farlo solo con le palpebre, unica parte del corpo, sfuggita all’ammutinamento dopo la lesione. Alla fine l’ossimoro, paradossalmente creato da una sindrome che ha rubato il nome alla metrica classica ma che ha come effetto il silenzio, viene debellato dalla forza di volontà, dalla grande motivazione di Gabriele e dall’ingegno di chi crede nelle nuove tecnologie informatiche. L’elaborato presenta i risultati della sperimentazione – effettuata su Gabriele – di un nuovo sensore per personal computer da utilizzare con il movimento della palpebra.
Anno di pubblicazione: 2004
Tipo di documento: Tesi
Data ultima modifica: maggio 2016
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