Ridare luce in un mondo che sta diventando buio: Elisabetta

Scheda n°: 392
Data ultima modifica: dicembre 2011
Tipo di documento: Tesi
Autore: Giorgetti L.
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 2010-2011
Anno di pubblicazione: 2011
Abstract:
La visione, dei nostri cinque sensi, è senza dubbio quello più importante; infatti circa il 75% delle informazioni provenienti dal mondo esterno giunge al nostro cervello tramite il sistema visivo. Spetta all’occhio il compito di formare un’immagine nitida dell’oggetto che stiamo osservando sulla sua parte posteriore, interagendo con uno strato nervoso che prende il nome di retina. I fotorecettori quindi sono la prima stazione di elaborazione della risposta visiva mentre la funzione del resto della retina, delle vie ottiche e del cervello è quella di dare un senso a tali segnali. Questa forma di elaborazione ci consente di svolgere delle attività all’apparenza elementari come quella di distinguere la presenza di luce o buio e discriminare i colori, individuare i contrasti e quindi elaborare la presenza di oggetti con le relative forme; a queste abilità se ne aggiungono poi altre più complesse come ad esempio la lettura, l’orientamento o l’elaborazione cognitiva. Purtroppo quando un danno, lesione, malattia o malfunzionamento colpisce in una o più parti il nostro sistema visivo la persona viene proiettata suo malgrado in un nuovo mondo, sconosciuto, buio, ristretto, comunque differente da quello abituale. Tale cambiamento del sistema visivo può determinare radicali trasformazioni nella vita delle persone, andando a intaccare sia la sfera privata che quella relazionale.
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