Disabilità e Lavoro - Approccio metodologico alla progettazione e messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e di vita quotidiana delle persone disabili basato sull'analisi del rischio
Scheda n°: 517
Data ultima modifica: settembre 2022
Tipo di documento: Progetti
Data ultima modifica: settembre 2022
Tipo di documento: Progetti
Ente finanziatore: Ministero del Lavoro, della Salute, delle Politiche Sociali
Partners: Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus, Milano (capofila)
Anno di pubblicazione: 2007
Data inizio progetto: 31/12/2007
Data fine progetto: 18/12/2008
Stato progetto: Concluso
Team F.d.G.: Polo Tecnologico: Renzo Andrich, ingegnere, (responsabile), Lucia Pigini, ing.biomedico, Giacomo Liverani, disegnatore industriale. 4inclusion , Supporting Human Diversity Through Inclusive Design: Paola Bucciarelli, architetto libero professionista, Milano. Centro di Medicina Occupazionale (CEMOC) e Unità di ricerca EPM "Ergonomia della Postura e del Movimento" (Fondazione DonGnocchi; Fondazione IRCCS Policlinico MA.RE.; Università degli Studi di Milano): Enrico Occhipinti, medico del lavoro ed
Abstract:
Il progetto si prefigge di analizzare approfonditamente i fattori che intervengono nel rischio di peggioramento dello stato di salute o di disabilita’ dei lavoratori con disabilita’. Il progetto, promosso e parzialmente finanziato dal Ministero del Lavoro,della Salute e delle Politiche Sociali, ha sviluppato una nuova metodologia di analisi, partendo dalle conoscenze gia’ disponibili nell’ambito della popolazione normodotata. Infatti le prospettive di inserimento delle persone con disabilità nel mondo del lavoro produttivo si sono enormemente ampliate negli ultimi anni, soprattutto nelle professioni basate sull’esercizio di competenze informatiche. Esiste oggi in Italia una serie di normative finalizzate all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità – in primis la Legge 68 del 13/3/1999 – che prevedono modalità di collocamento mirato, e interventi specifici per colmare la frequente posizione di svantaggio nei confronti dei lavoratori normodotati. Sono stati sviluppati anche strumenti per assistere il collocamento mirato: la stessa Fondazione Don Gnocchi, ad esempio, ha messo a punto un apposito sistema informatico – il sistema MATCH (Bolchini et al, 2000) – in grado di associare la diagnosi funzionale delle persone con le richieste funzionali dei posti di lavoro disponibili. Nel processo di collocamento mirato, tuttavia, raramente è tenuto in adeguata considerazione quel fattore fondamentale e spesso risolutivo rappresentato dall’adattamento tecnico e organizzativo dell’ambiente di lavoro; inoltre, indipendentemente dalle modalità con le quali è avvenuto il collocamento lavorativo, raramente viene posta attenzione ai rischi che si possono sviluppare successivamente. Non basta infatti garantire l’accesso al posto di lavoro e adattarne spazi e strumentazione per far sì che il lavoratore possa esercitare le sue mansioni in maniera indipendente, confortevole e produttiva. E’ importante anche assicurare che il lavoratore possa mantenere la propria abilità lavorativa sul lungo termine: alcune mansioni, infatti, possono esporre il lavoratore a movimenti e sforzi che conducono ad un graduale peggioramento delle proprie limitazioni funzionali, con conseguente peggioramento delle disabilità sia sul lavoro che nelle altre attività della vita quotidiana. Molto si può fare per prevenire tali rischi attraverso un accomodamento ragionevole dell’ambiente di lavoro: termine con cui possiamo tradurre il concetto di reasonable accomodation introdotto per la prima volta nella federale statunitense ADA (Americans with Disability Act, 1990) e attualmente presente in molte legislazioni. Il concetto di adattamento ingloba gli aspetti dell’accessibilità complessiva dell’ambiente di lavoro, della riprogettazione individualizzata del posto di lavoro, dell’adozione di ausili tecnici utili a facilitare i compiti lavorativi, della riorganizzazione dei processi e dei flussi di lavoro e dell’eventuale supporto di assistenza personale (Zolna et al, 2007). Il concetto di sostenibilità evoca il principio di “non costringere il datore di lavoro ad investimenti sproporzionati”. La prima fase della ricerca è stata dedicata ad un'analisi comparativa degli strumenti attualmente disponibili e validati per la valutazione del rischio nell'ambiente di lavoro, indagando sulla misura in cui ciascuno di questi possa essere applicato a lavoratori che presentano limitazioni funzionali. La seconda fase analizza le possibili tassonomie per descrivere e misurare il livello di disabilità associato all'attività lavorativa, non essendo sufficiente ai fini di questo studio l'attuale categorizzazione del "grado di invalidità" comunemente usato nella medicina legale e occupazionale. Una tassonomia più adeguata è stata individuata nell'ICF (Organizzazione Mondiale della Sanità 2001), in particolare nei qualificatori di performance dell'asse attività/partecipazione e nei qualificatori barriera/facilitatore dell'asse fattori contestuali. La fase centrale e più impegnativa del progetto è stata infine dedicata ad un'approfondita analisi sul campo di una casistica di lavoratori, scelta tra persone con vari livelli di disabilità ed impegnati in varie mansioni lavorative. I risultati della ricerca sono contenuti in questo Rapporto articolato in due parti: la prima dedicata agli strumenti di analisi, valutazione e progettazione dell'ambiente lavorativo; la seconda dedicata all'analisi di una casistica emblematica di lavoratori per i quali è stata progettata - e per alcuni anche realizzata - un accomodamento ragionevole dell'ambiente di lavoro in base agli strumenti citati.
Il progetto si prefigge di analizzare approfonditamente i fattori che intervengono nel rischio di peggioramento dello stato di salute o di disabilita’ dei lavoratori con disabilita’. Il progetto, promosso e parzialmente finanziato dal Ministero del Lavoro,della Salute e delle Politiche Sociali, ha sviluppato una nuova metodologia di analisi, partendo dalle conoscenze gia’ disponibili nell’ambito della popolazione normodotata. Infatti le prospettive di inserimento delle persone con disabilità nel mondo del lavoro produttivo si sono enormemente ampliate negli ultimi anni, soprattutto nelle professioni basate sull’esercizio di competenze informatiche. Esiste oggi in Italia una serie di normative finalizzate all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità – in primis la Legge 68 del 13/3/1999 – che prevedono modalità di collocamento mirato, e interventi specifici per colmare la frequente posizione di svantaggio nei confronti dei lavoratori normodotati. Sono stati sviluppati anche strumenti per assistere il collocamento mirato: la stessa Fondazione Don Gnocchi, ad esempio, ha messo a punto un apposito sistema informatico – il sistema MATCH (Bolchini et al, 2000) – in grado di associare la diagnosi funzionale delle persone con le richieste funzionali dei posti di lavoro disponibili. Nel processo di collocamento mirato, tuttavia, raramente è tenuto in adeguata considerazione quel fattore fondamentale e spesso risolutivo rappresentato dall’adattamento tecnico e organizzativo dell’ambiente di lavoro; inoltre, indipendentemente dalle modalità con le quali è avvenuto il collocamento lavorativo, raramente viene posta attenzione ai rischi che si possono sviluppare successivamente. Non basta infatti garantire l’accesso al posto di lavoro e adattarne spazi e strumentazione per far sì che il lavoratore possa esercitare le sue mansioni in maniera indipendente, confortevole e produttiva. E’ importante anche assicurare che il lavoratore possa mantenere la propria abilità lavorativa sul lungo termine: alcune mansioni, infatti, possono esporre il lavoratore a movimenti e sforzi che conducono ad un graduale peggioramento delle proprie limitazioni funzionali, con conseguente peggioramento delle disabilità sia sul lavoro che nelle altre attività della vita quotidiana. Molto si può fare per prevenire tali rischi attraverso un accomodamento ragionevole dell’ambiente di lavoro: termine con cui possiamo tradurre il concetto di reasonable accomodation introdotto per la prima volta nella federale statunitense ADA (Americans with Disability Act, 1990) e attualmente presente in molte legislazioni. Il concetto di adattamento ingloba gli aspetti dell’accessibilità complessiva dell’ambiente di lavoro, della riprogettazione individualizzata del posto di lavoro, dell’adozione di ausili tecnici utili a facilitare i compiti lavorativi, della riorganizzazione dei processi e dei flussi di lavoro e dell’eventuale supporto di assistenza personale (Zolna et al, 2007). Il concetto di sostenibilità evoca il principio di “non costringere il datore di lavoro ad investimenti sproporzionati”. La prima fase della ricerca è stata dedicata ad un'analisi comparativa degli strumenti attualmente disponibili e validati per la valutazione del rischio nell'ambiente di lavoro, indagando sulla misura in cui ciascuno di questi possa essere applicato a lavoratori che presentano limitazioni funzionali. La seconda fase analizza le possibili tassonomie per descrivere e misurare il livello di disabilità associato all'attività lavorativa, non essendo sufficiente ai fini di questo studio l'attuale categorizzazione del "grado di invalidità" comunemente usato nella medicina legale e occupazionale. Una tassonomia più adeguata è stata individuata nell'ICF (Organizzazione Mondiale della Sanità 2001), in particolare nei qualificatori di performance dell'asse attività/partecipazione e nei qualificatori barriera/facilitatore dell'asse fattori contestuali. La fase centrale e più impegnativa del progetto è stata infine dedicata ad un'approfondita analisi sul campo di una casistica di lavoratori, scelta tra persone con vari livelli di disabilità ed impegnati in varie mansioni lavorative. I risultati della ricerca sono contenuti in questo Rapporto articolato in due parti: la prima dedicata agli strumenti di analisi, valutazione e progettazione dell'ambiente lavorativo; la seconda dedicata all'analisi di una casistica emblematica di lavoratori per i quali è stata progettata - e per alcuni anche realizzata - un accomodamento ragionevole dell'ambiente di lavoro in base agli strumenti citati.