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Opezzo P
Gina, 71 anni, disabilità motoria: autonomia nella propria casa
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus
Abstract: A causa di una emiplegia provocata da una ischemia cerebrale si è dovuto riorganizzare l'ambiente di vita sia con modifiche architettoniche che con l'adozione di ausili; tutto ciò ha permesso un adeguato reinserimento domiciliare e una ripresa delle attività di vita quotidiana.
Anno di pubblicazione: 2003
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: giugno 2003
Pigini L, Liverani G
Antonietta, 46 anni. Riadattamento del posto di lavoro per una persona impiegata in banca, con esiti di poliomelite infantile
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi
Abstract: Antonietta è una donna di 46 anni con invalidità riconosciuta del 74% dovuta a poliomielite in età infantile. E’ affetta inoltre da tunnel carpale bilaterale. Attualmente utilizza un paio di stampelle per gli spostamenti e due tutori esterni che sostenendo le gambe sgravano le ginocchia del carico sopportato. Antonietta lavora come impiegata presso un istituto di credito. In questa breve presentazione vengono messi in luce i potenziali rischi derivanti dallo svolgimento della particolare attività lavorativa e viene presentata la soluzione progettuale atta alla resa del luogo di lavoro in esame più sicuro e tutelativo.
Anno di pubblicazione: 2009
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: maggio 2013
Pigini L, Liverani G
Stefano, 46 anni. Riadattamento del posto di lavoro per impiegato con distrofia muscolare
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi
Abstract: Stefano è un uomo di 46 anni affetto da una particolare forma di distrofia muscolare di tipo disferlinico, a cui è stata riconosciuta un’invalidità del 100% con accompagnamento. Ad oggi i maggiori problemi di Stefano sono il controllo degli arti inferiori, dell’equilibrio e la ridotta forza muscolare. Stefano lavora per una cooperativa sociale che opera nel settore dei servizi per persone con disabilità. In questa breve presentazione vengono messi in luce i rischi e le inadeguatezze che l’attività lavorativa svolta presso la sede della cooperativa comporta e viene presentata la soluzione progettuale atta alla resa del luogo di tale luogo di lavoro più sicura e tutelativo, considerando che , trattandosi di una cooperativa sociale, altri utenti disabili potrebbero contemporaneamente trovarne giovamento.
Anno di pubblicazione: 2009
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: maggio 2013
Occhi E
Gli ausili per il cammino
Dati editoriali: Dispense Corso di Alta Formazione "Tecnologie per l'Autonomia". Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus
Abstract: Bastoni, tripodi e quadripodi, stampelle antibrachiali, stampelle ascellari, deambulatori, girelli, sono gli ausili più frequentemente utilizzati per il cammino dai soggetti con deficit del movimento. Le funzioni di questi ausili sono essenzialmente sei: 1) compensare deficit muscolari e/o articolari; 2) alleggerire il carico sugli arti inferiori deboli, o dolenti, trasferendolo a quelli superiori o ad altri segmenti corporei; 3) facilitare il raddrizzamento e l’allineamento dei segmenti corporei; 4) favorire l’equilibrio e la stabilizzazione dei segmenti corporei; 5) esercitare una spinta propulsiva e 6) fornire un contenimento percettivo. L'impiego degli ausili può essere precoce e temporaneo, con funzione preventiva e facilitante il recupero, o permanente, con funzione compensatoria. Questo articolo descrive per primi gli ausili per la deambulazione utilizzati con un arto superiore. Seguono alcune note sugli ausili utilizzati con due arti superiori.
Anno di pubblicazione: 2016
Tipo di documento: Documenti non pubblicati
Data ultima modifica: aprile 2016
Ferrarin M, Mazzoleni P
Elementi di analisi della funzionalità locomotoria
Dati editoriali: Dispense Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica e Fondazione Don Gnocchi
Abstract: Scopo della lezione è di introdurre gli strumenti e i modelli biomeccanici per l’analisi quantitativa del movimento umano, nelle sue componenti cinematiche, dinamiche ed elettromiografiche. Inoltre vengono descritte le principali variabili utili nell’impostazione del trattamento terapeutico/riabilitativo e nel monitoraggio dei suoi effetti. Infine sono illustrate alcune applicazioni dell’analisi strumentale del movimento nei seguenti settori: sviluppo progettuale di ortesi innovative per il cammino in paraplegia, analisi degli effetti biomeccanici dell’uso di ortesi AFO nella deambulazione, analisi degli effetti diretti e indiretti di tutori della mano nel trattamento della distonia focale dell’arto superiore. Vengono infine descritti i protocolli comunemente utilizzati presso i laboratori del Centro IRCCS S. Maria Nascente per l'impostazione dei trattamenti terapeutico/riabilitativi e per il monitoraggio dei relativi effetti.
Anno di pubblicazione: 2012
Tipo di documento: Lezioni
Data ultima modifica: maggio 2013
Occhi E
Elementi di biomeccanica, ausili e ortesi per il cammino
Dati editoriali: Dispense Corso di Alta Formazione "Ausili per l'Autonomia e la Partecipazione". Associazione La Nostra Famiglia IRCCS E.Medea
Abstract: La prima parte della lezione è rivolta all'analisi del cammino normale, con particolare riferimento alla cinematica, alla cinetica e agli eventi neuromuscolari. Segue la descrizione del cammino patologico in alcune forme di disabilità (soggetti con paralisi cerebrale, soggetti con patologie osteoarticolari, soggetti con lesione midollare, soggetti con lesioni del sistema nervoso periferico) distinguendo, all’interno dei pattern osservati, i difetti, primari e secondari, e i compensi. Vengono poi elaborate delle ipotesi sulle possibili soluzioni terapeutiche con particolare riferimento alle ortesi e agli ausili. Di questi dispositivi vengono descritte le caratteristiche e, in particolare, il meccanismo d'azione. Particolare attenzione viene posta all’analisi e all’interpretazione dei segni e al processo che, a partire da questi ultimi, porterà attraverso un lavoro interdisciplinare includente, tra le diverse figure, anche quella fondamentale del tecnico ortopedico, alla corretta scelta del presidio, e successivamente alla verifica della sua efficacia e utilità.
Anno di pubblicazione: 2019
Tipo di documento: Lezioni
Data ultima modifica: settembre 2019
Fabbri G
Il ruolo degli ausili in determinate patologie rare: il caso del Morbo di Hansen
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 2006-2007
Abstract: Il motivo della scelta di questo argomento risale al mio viaggio in Africa tra settembre e ottobre 2005, quando ho trascorso un periodo di volontariato presso una comunità per disabili aperta a Ndola (Zambia) dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Al mio ritorno mi sono confrontato con un’amica che era stata a Fatimanagar (India) presso un lebbrosario e da qui sono nate diverse iniziative di raccolta fondi e sensibilizzazione che ancora proseguono. Il primo intento di questa mia unità didattica è quello di descrivere la lebbra nelle sue caratteristiche principali, dalla sua incubazione alla sua possibile guarigione. Successivamente parlerò del necessario utilizzo di un certo gruppo di ausili per risolvere i problemi causati da tale patologia, descrivendone le caratteristiche tecniche. Infine passerò alla presentazione delle probabili criticità che un lebbrosario dovrà affrontare per assumere la funzione di centro di fornitura di ausili per i propri pazienti, descrivendo anche un caso di studio concreto: il lebbrosario di Fatimanagar. Lo scenario da me ipotizzato avrà tuttavia natura puramente teorica, essendo logicamente necessario un confronto con gli operatori del luogo per la realizzazione di un progetto completo.
Anno di pubblicazione: 2008
Tipo di documento: Tesi
Data ultima modifica: gennaio 2008
Opezzo P
Progetto di sostegno al rientro al domicilio di un soggetto con emiplegia: il caso di Gina
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica Milano e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 1999-2000
Abstract: Il rientro al domicilio, dopo un periodo di ospedalizzazione per una patologia che ha dato esito ad una disabilità importante (l’emiplegia), è un momento molto delicato per il paziente e i suoi familiari. Oltre alle problematiche di natura psicologica legate all’accettazione della nuova condizione, il paziente si trova a dover affrontare problemi nell’ambito delle attività di vita quotidiana e di molte altre attività funzionali. E’ quindi necessario intervenire con ausili, adeguamenti e soluzioni che permettano al soggetto emiplegico di riorganizzare la propria vita e i propri spazi all’interno dell’ambiente familiare (e sociale). Nello specifico di Gina l’introduzione di alcuni ausili ha permesso di raggiungere l’autonomia in alcuni ambiti funzionali (ad esempio l’utilizzo dei servizi igienici) e di ridurre il carico assistenziale in altri (ad esempio farsi la doccia o superare il dislivello delle scale). Le attività considerate sono state la mobilità all’interno dell’appartamento, assicurata dalla deambulazione con l’ausilio di un tripode e di un’ortesi peroneale e dalla carrozzina manuale, soprattutto per la mobilità esterna; l’igiene personale, con l’introduzione di semplici ausili e minimi adeguamenti; il superamento delle barriere architettoniche presenti nell’edificio, le scale, tramite l’installazione di una piattaforma elevatrice
Anno di pubblicazione: 2000
Tipo di documento: Tesi
Data ultima modifica: maggio 2003
Pirri F.
La prevenzione delle cadute degli anziani al domicilio
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 2010-2011
Abstract: L'OMS nel 2007 ha documentato che approssimativamente il 28-35% della intera popolazione ultrasessantacinquenne cade in ambiente domestico e che il rischio dell'evento caduta aumenta con l'aumentare dell'età. Secondo i dati Istat nel comune di Milano gli anziani con un'età maggiore di 65 anni erano al 1/1/10 312657 rappresentando circa il 24 % della popolazione. Le cadute a terra rappresentano un evento clinico rilevante per gli anziani perchè possono essere complicate da fratture, paura di cadere, perdita dell'autosufficienza. Dai dati della letteratura si evince che il 5% degli anziani che cade viene ospedalizzato e che il 40% delle istituzionalizzazioni presso le RSA è successivo a frattura, spesso di femore. Gli anziani sono a rischio di caduta in virtù di fattori intrinseci generalmente poco modificabili rappresentati dalle modificazioni fisiologicamente correlate all'invecchiamento, dalle malattie croniche, dagli effetti collaterali dei farmaci. L'anziano fragile è suscettibile di perdere l'autosufficienza una volta posto di fronte agli stress dell'ambiente di vita rappresentati ad esempio dalle barriere architettoniche e dall'isolamento sociale. Il rischio di caduta riconosce pertanto una patogenesi multifattoriale e può essere contenuto attraverso un approccio multidimensionale che si avvalga di interventi sulla persona e sull' ambiente di vita. L'unità didattica intende quindi esaminare i possibili interventi per ridurre il rischio di caduta dell'anziano come gli ausili per la locomozione, l'adeguamento dello spazio abitativo e i moderni ausili ad alta tecnologia come i sistemi indossabili per l'ambient assisted living o la suola elettronica.
Anno di pubblicazione: 2011
Tipo di documento: Tesi
Data ultima modifica: dicembre 2011
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