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Di Paolo C
La grande rivincita dopo una dura sconfitta: Gianna
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 2010-2011
Abstract: Il lavoro descrive la storia di Gianna, 40 anni, sposata, segretaria negli uffici comunali del suo piccolo paesino di montagna delle dolomiti lucane. Al culmine della sua vita, tra le tante soddisfazioni lavorative e familiari, tra la vitalità sociale e culturale che la caratterizzano ed il forte desiderio di diventare mamma, trova spazio anche l'evento che, tra la disperazione e l'angoscia dei suoi familiari, la porta ad interrompere una gravidanza al settimo mese. Gianna perciò si risveglia dal coma con il sogno infranto di essere madre; si trova intrappolata nel suo corpo inerme e indifesa pur essendo stata una donna forte ed energica; ora può parlare solo con gli occhi. Con gli stessi occhi vede il marito come linfa nuova per la sua prossima vita, pensa ad una rivincita e ad inseguire altri sogni. Il progetto descrive le soluzioni ed i mezzi usati affinché Gianna, con l'aiuto della sua determinazione e caparbietà, si senta libera dalla gabbia del suo corpo in cui è costretta a stare. Si descriveranno le soluzioni usate per lo spostamento e per l'autonomia in casa ma anche le varie modifiche per le barriere architettoniche a domicilio e negli ambienti circostanti. Si analizzeranno sistemi di postura, sistemi per facilitare il care-giver nelle attività primarie della vita quotidiana e sistemi per la comunicazione, dalla tabella alfabetica alle proposte di software; tutto quello cioè che traghetterà agevolmente Gianna nel suo nuovo mondo.
Anno di pubblicazione: 2012
Tipo di documento: Tesi
Data ultima modifica: marzo 2012
Galeazzi A
La scelta degli ausili si integra con il percorso riabilitativo: Ludovico
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 2010-2011
Abstract: Ludovico è un grazioso bambino di 5 anni che frequenta il centro di riabilitazione presso cui lavoro da quando aveva 8 mesi. Dalla prima visita di accettazione si evidenzia una severa diagnosi: danno neurologico centrale in esito di infezione connatale da citomegalovirus e ipoacusia bilaterale. I primi mesi di vita di Ludovico sono caratterizzati da frequenti ricoveri ospedalieri per monitorare e curare l’infezione. La famiglia viene presto informata sulle possibili difficoltà che affronterà il bambino e precocemente inviata ad un centro di riabilitazione. I genitori appaiono inizialmente spaesati, pieni di dubbi e con poche speranze; data la gravità del caso molti dubbi sono sorti anche alle figure professionali coinvolte nella presa in carico, ma dopo un primo periodo di poca reattività Ludovico ha cominciato a rispondere alle proposte riabilitative e domestiche. Questo ha consentito di valutare le sue risorse e le potenzialità che sono state al centro di interventi concreti e finalizzati a migliorare la qualità di vita del bambino e dei familiari. Riconosco un importante ruolo alla famiglia che ha sempre dimostrato una delicata attenzione ai bisogni emergenti di Ludovico e li ha condivisi con noi operatori, così da rendere l’itinerario riabilitativo, inteso nella sua multidisciplinarietà (dalla consulenza ausili ai progetti educativi con la scuola), mirato ed efficace. Pur nella severa e globale difficoltà di sviluppo si è cercato di cogliere i precisi appuntamenti o momenti critici della crescita del bambino e allo stesso tempo le progressive e sempre più complesse richieste provenienti dai vari contesti di vita.
Anno di pubblicazione: 2012
Tipo di documento: Tesi
Data ultima modifica: marzo 2012
Martini De Lima C
Proposte per la mobilità nelle persone con mielomeningocele
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica Milano e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 2011-2012
Abstract: Il mielomeningocele è il difetto del tubo neurale più frequente e rappresenta una malattia molto complessa che coinvolge diversi sistemi. La letteratura dimostra come gli individui con mielomeningocele siano ipomobili, presentino difficoltà di movimento e quindi in molti casi conducano una vita sedentaria rispetto alle persone senza disabilità. Il conseguimento dell'autonomia personale deve rappresentare l'obiettivo prioritario di un progetto riabilitativo o assistenziale. Gli ausili sono quindi intesi come uno strumento per l'autonomia e per la promozione delle interazioni sociali. Il tipo di ortesi prescritta ad un paziente con mielomeningocele è influenzato dal livello della lesione e dal suo livello di funzionalità motoria. Le informazioni qui di seguito forniscono una guida generale, attraverso un ragionamento clinico, per la scelta delle ortesi, tra cui: ortesi per il piede (FO), ortesi sopramalleolari (SMO), ortesi per caviglia e piede (AFO), ortesi articolate di caviglia, ortesi per ginocchio, caviglia e piede (KAFO), ortesi per anca, ginocchio, caviglia e piede (HKAFO), Parapodium, Swivel Walker, Reciprocating Gait Orthosis (RGO), deambulatori senza ruote, deambulatori con ruote, girello, carrozzina manuale e carrozzine elettriche.
Anno di pubblicazione: 2012
Tipo di documento: Tesi
Data ultima modifica: dicembre 2012
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