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De Lauso L
Alberto, 72 anni, disabilità motoria: autonomia nella propria casa
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus
Abstract: Identificazione degli ausili più idonei per consentire un reinserimento presso il proprio domicilio mantenendo un buon grado di autonomia così da poter mantenere le attività quotidiane e i rapporti sociali.
Anno di pubblicazione: 2003
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: maggio 2003
Caracciolo A
I letti
Dati editoriali: Milano: Portale Siva Fondazione Don Carlo Gnocchi
Abstract: Quante volte ci è capitato di non aspettare altro che di potersi sdraiare su un comodo letto per riposarsi dopo una faticosa giornata? In certe situazioni, però, a volte il solo pensiero di doversi mettere a letto provoca tensioni e timori, dovuti alla non idoneità del letto su cui ci si deve trasferire. Esistono però varie tipologie di letti appositamente progettati per venire incontro a queste situazioni problematiche. Letti regolabili elettricamente Come già si diceva la comodità d’uso di un letto oltre che dalla posizione che si assume una volta sdraiati (materasso) è data dalla facilità di salita e discesa e dalla possibilità di variare la posizione una volta distesi. Queste caratteristiche dovrebbero essere prese in considerazione nel momento in cui ci si accinge a cambiare un letto.
Anno di pubblicazione: 2003
Tipo di documento: Documenti non pubblicati
Data ultima modifica: maggio 2013
De Lauso L
Single ad ogni costo! Il caso di Alberto
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica Milano e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 1999-2000
Abstract: Alberto, ingegnere di 72 anni, vive da solo al secondo piano di una palazzina senza ascensore. Pensionato da alcuni anni, mantiene ancora un’attività di appoggio alla preparazione di giovani ingegneri e di collaborazione esterna con ditte straniere; coltiva inoltre interessi culturali quali musica classica e mostre d’arte che lo portano anche all’estero. In seguito all’intervento chirurgico di protesi d’anca arriva nella struttura riabilitativa in condizioni funzionali molto ridotte. L’intervento riabilitativo è rivolto al ripristino della maggiore autonomia e sicurezza possibile del paziente nell’ambito domestico, nelle attività della vita quotidiana, nella deambulazione, nei trasferimenti in ambiente esterno, nel superamento di barriere architettoniche, nell’interazione col mondo esterno, nei trasporti
Anno di pubblicazione: 2000
Tipo di documento: Tesi
Data ultima modifica: maggio 2003
Fileni G.
Riscoprire la qualità della vita: Salvatore
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 2010-2011
Abstract: Il lavoro riassume la situazione di Salvatore, anziano, vedovo, che gradualmente perde la capacità di svolgere le attività della vita quotidiana. Salvatore è vigile, collaborante e propenso a sperimentare nuovi strumenti che gli permettano di svolgere nuovamente alcune autonomie per lui fondamentali della sua routine quotidiana e tornare a ricoprire i ruoli per lui significativi. Le problematiche principali della sua condizione sono date da un ipotono-ipotrofia muscolare generalizzata a tutti e quattro gli arti e dalla presenza di parestesie e ipoestesie soprattutto a livello degli arti superiori e dell’arto inferiore sinistro, che non gli permettono né il raggiungimento della postura eretta né la capacità di prensione di oggetti di qualsiasi forma e dimensione. Sperimentando questa nuova condizione di disabilità, Salvatore prova le sensazioni di sentirsi inutile, inadatto alla sua nuova vita, non più in grado di decidere cosa sia più giusto per lui, chiedendosi anche, talvolta, quale sia il motivo della sua esistenza. L’intento dell’elaborato è quello di descrivere come sia stato possibile effettuare un miglioramento della qualità di vita di Salvatore, facilitando determinate attività per lui significative. In particolare verrà descritto come, ponendo Salvatore e le sue esigenze al centro di tutto l’intervento, sia stato possibile individuare delle soluzioni idonee e ben accettate dal protagonista e dalla sua famiglia.
Anno di pubblicazione: 2011
Tipo di documento: Tesi
Data ultima modifica: dicembre 2011
Fioramonti T
Il sollevatore mobile… questo sconosciuto!
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica Milano e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 2011-2012
Abstract: Una delle attività più faticose e rischiose dell’assistenza è il sollevamento e il trasferimento del paziente non autonomo. Questa pratica, anche se eseguita con buona manualità e tecniche di movimentazione appropriate, comporta sempre un certo grado di rischio sia per il paziente sia per l’operatore. Un valido aiuto può essere rappresentato dal sollevatore mobile, ma spesso questo anche se presente nella struttura lavorativa, non viene utilizzato volentieri. Le motivazioni più frequentemente addotte per il mancato impiego da parte del personale sono: carenza di tempo (“..si fa prima senza”), scarsa conoscenza tecnica nonchè scarso addestramento all’uso (“…è complicato da usare”), utilizzo di ausili non idonei alla specifica situazione. Si adduce inoltre spesso come causa il fatto che non sia ben accettato dal paziente. Per superare queste resistenze cosicché diventi un valido strumento di lavoro, è indispensabile l’informazione e la formazione del personale. Con questa unità didattica si propone una giornata formativa suddivisa in un incontro teorico e uno pratico rivolto a piccoli gruppi di operatori per garantire l’apprendimento attraverso l’addestramento pratico con gli ausili in dotazione ai reparti di appartenenza. Si ritiene inoltre importante stimolare il personale ad allargare le conoscenze nei confronti di questa tipologia di ausili così da, integrarle con la propria competenza professionale e quindi poter mettere in atto adeguate scelte operative in relazione alle esigenze del paziente e alla propria sicurezza.
Anno di pubblicazione: 2012
Tipo di documento: Tesi
Data ultima modifica: dicembre 2012
Pirri F.
La prevenzione delle cadute degli anziani al domicilio
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 2010-2011
Abstract: L'OMS nel 2007 ha documentato che approssimativamente il 28-35% della intera popolazione ultrasessantacinquenne cade in ambiente domestico e che il rischio dell'evento caduta aumenta con l'aumentare dell'età. Secondo i dati Istat nel comune di Milano gli anziani con un'età maggiore di 65 anni erano al 1/1/10 312657 rappresentando circa il 24 % della popolazione. Le cadute a terra rappresentano un evento clinico rilevante per gli anziani perchè possono essere complicate da fratture, paura di cadere, perdita dell'autosufficienza. Dai dati della letteratura si evince che il 5% degli anziani che cade viene ospedalizzato e che il 40% delle istituzionalizzazioni presso le RSA è successivo a frattura, spesso di femore. Gli anziani sono a rischio di caduta in virtù di fattori intrinseci generalmente poco modificabili rappresentati dalle modificazioni fisiologicamente correlate all'invecchiamento, dalle malattie croniche, dagli effetti collaterali dei farmaci. L'anziano fragile è suscettibile di perdere l'autosufficienza una volta posto di fronte agli stress dell'ambiente di vita rappresentati ad esempio dalle barriere architettoniche e dall'isolamento sociale. Il rischio di caduta riconosce pertanto una patogenesi multifattoriale e può essere contenuto attraverso un approccio multidimensionale che si avvalga di interventi sulla persona e sull' ambiente di vita. L'unità didattica intende quindi esaminare i possibili interventi per ridurre il rischio di caduta dell'anziano come gli ausili per la locomozione, l'adeguamento dello spazio abitativo e i moderni ausili ad alta tecnologia come i sistemi indossabili per l'ambient assisted living o la suola elettronica.
Anno di pubblicazione: 2011
Tipo di documento: Tesi
Data ultima modifica: dicembre 2011
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