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Bertocchi C
Emanuele, 20 anni, disabilità motoria: autonomia nella propria casa
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus
Abstract: Intervento complessivo di reinserimento domiciliare di un giovane a seguito di un coma post trauma cranico,utilizzando un letto, un materasso antidecubito, ausili per la postura seduta e la stazione eretta, ausili per fare la doccia.
Anno di pubblicazione: 2003
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: aprile 2003
Bozzolini G
Marina, 50 anni. Autonomia nella vita quotidiana per una persona paraplegica
Dati editoriali: Portale SIVA FondazioneDon Carlo Gnocchi
Abstract: L’Autore, in questa esperienza, si è occupato della riqualificazione ambientale dell’appartamento di Marina, paraplegica di 41 anni, la quale ha espresso il forte bisogno di vivere in piena autonomia la sua casa. Successivamente, dopo aver valutato le sue istanze e le sue aspettative, è stato analizzato il complesso abitativo da riqualificare. Il programma è stato orientato su quattro principali tipologie di intervento utilizzando il supporto normativo fornito dalle leggi vigenti in materia: 1) architettura d’ambiente 2) design ed impiantistica 3) arredamento accessibile e 4) ausili per l’autonomia personale. Sebbene la letteratura non abbia fornito supporti univoci in materia di ristrutturazione degli spazi abitativi, il risultato dell’operazione è stato quanto mai positivo sia in termini di obiettivi strutturali raggiunti sia in termini di soddisfazione ed autonomia da parte di Marina.
Anno di pubblicazione: 2008
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: luglio 2011
Cacciatori B
Andrea, 45 anni. Autonomia nella vita quotidiana per una persona con Sclerosi Multipla
Dati editoriali: Portale SIVA FondazioneDon Carlo Gnocchi
Abstract: Andrea è un uomo di 47 anni, a cui nel 1991, è stata diagnosticata la Sclerosi Multipla; nel 1998 c’è stato un aggravamento delle condizioni cliniche che lo ha costretto al cammino con ausilio delle stampelle canadesi. Ha dovuto lasciare il lavoro (riceve pensione per inabilità lavorativa) e nel 2005 si è trasferito in un appartamento senza barriere architettoniche. Questo progetto vuole sottolineare il percorso fatto sia da Andrea sia dai vari operatori coinvolti per riuscire ad avere una vita autonoma a domicilio, nonostante la progressione della malattia. L’aspetto più difficile è stato, ed è, accompagnare Andrea durante le fasi del peggioramento delle capacità funzionali proponendo, e poi attuando strategie (servizi ed ausili) che gli permettessero di avere la sua autonomia mantenendo una buona qualità di vita. Dalla presa in carico di Andrea da parte del nostro servizio di Riabilitazione Territoriale (2005) sono stati prescritti molti ausili. La progressione della malattia ed il variare dei bisogni di Andrea mi hanno indotto a proporre una nuova carrozzina elettronica che soddisfi le richieste di Andrea, al quale, prima e dopo la fornitura, è stato proposto l’IPPA per verificare se l’ausilio fornito ha risposto positivamente alle aspettative dell’utente continuando a renderlo l’attore principale delle proprie scelte.
Anno di pubblicazione: 2008
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: maggio 2013
Pigini L, Liverani G
Nadia, 37 anni. Riadattamento del domicilio per una persona con paraplegia
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi
Abstract: Nadia è una donna di 37 anni, insegnante di educazione fisica che, in seguito ad un incidente automobilistico di cui è stata vittima nel 2002, è rimasta paraplegica. Le è stata riconosciuta un’invalidità del 100%. Nadia ora non può più insegnare, perciò lavora part time come impiegata e vive in affitto in una casa di recente costruzione e da lei arredata e riadattata. Per quanto riguarda tutte le attività domestiche Nadia si è resa completamente indipendente anche se, per comodità, si fa aiutare nelle faccende da una domestica un paio di ore al giorno. Nonostante Nadia abbia già da sola introdotto una serie di accorgimenti atti a renderla indipendente nelle mansioni di casa, vengono di seguito messi in luce i rischi e le inadeguatezze inerenti il domicilio e viene presentata la soluzione progettuale atta alla resa dell’abitazione utilizzata anche come luogo di lavoro più sicura, tutelativa e accessibile
Anno di pubblicazione: 2009
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: maggio 2013
Porcella B
Gabriele, 56 anni, disabilità motoria: autonomia nella comunicazione tramite lo sguardo
Dati editoriali: Portale SIVA Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus
Abstract: Lo sguardo rivolto verso l’alto per comunicare un assenso, le palpebre semi chiuse per esprimere un no, la mente lucida ed acuta imprigionata in un corpo che non risponde ai suoi comandi, una tabella di carta con 21 lettere gialle e verdi e Gabriele diventa “tiratore scelto dell’alfabeto”. Un ictus l’ha colpito relegandolo nell’immobilità ed in un silenzio ostinato dal quale vuole uscire per rimpossessarsi almeno della possibilità di soddisfare quel bisogno fondamentale per l’essere umano di comunicare, interagire con il mondo, esprimere sentimenti, idee, pensieri e rabbia. Può farlo solo con le palpebre, unica parte del corpo, sfuggita all’ammutinamento dopo la lesione.
Anno di pubblicazione: 2005
Tipo di documento: Casi di studio/esperienze
Data ultima modifica: febbraio 2005
Caracciolo A
I letti
Dati editoriali: Milano: Portale Siva Fondazione Don Carlo Gnocchi
Abstract: Quante volte ci è capitato di non aspettare altro che di potersi sdraiare su un comodo letto per riposarsi dopo una faticosa giornata? In certe situazioni, però, a volte il solo pensiero di doversi mettere a letto provoca tensioni e timori, dovuti alla non idoneità del letto su cui ci si deve trasferire. Esistono però varie tipologie di letti appositamente progettati per venire incontro a queste situazioni problematiche. Letti regolabili elettricamente Come già si diceva la comodità d’uso di un letto oltre che dalla posizione che si assume una volta sdraiati (materasso) è data dalla facilità di salita e discesa e dalla possibilità di variare la posizione una volta distesi. Queste caratteristiche dovrebbero essere prese in considerazione nel momento in cui ci si accinge a cambiare un letto.
Anno di pubblicazione: 2003
Tipo di documento: Documenti non pubblicati
Data ultima modifica: maggio 2013
Bertocchi C
Progetto di domiciliazione protetta per una persona con esiti di trauma cranio encefalico
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica Milano e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 2001-2002
Abstract: Il caso di studio riguarda un ragazzo di 20 anni affetto da esiti di TCE (trauma cranio encefalico) cui sono seguite disabilità sia di tipo motorio sia di tipo cognitivo. Vive con la sorella e la madre in un appartamento al primo piano senza ascensore. Diplomato presso una scuola alberghiera, svolgeva attività di barista in un chiosco di proprietà della famiglia. All'epoca del ricovero era in uno stato di minima responsività con quadro neuromotorio di tetraparesi. Gli obiettivi della presa in carico, oltre a quelli clinici, infermieristici e motori, sono stati rivolti ad una pianificazione della dimissione. Le aree d’intervento sono state: 1. L'individuazione di una carrozzina e di un sistema di postura 2. L'individuazione di ausili necessari alla domiciliazione (ausili per rieducazione, forza, equilibrio; per la cura personale; per l'incontinenza; per la prevenzione dei decubiti; apparecchiature per alimentazione) 3. L'addestramento della famiglia all’uso degli ausili a domicilio 4. L'attivazione dei servizi territoriali (assistenza di base, infermieristica, riabilitativa) 5. L'iter della prescrizione - autorizzazione - fornitura degli ausili presso l’Asl di appartenenza 6. Le modifiche ambientali, in particolare l'accessibilità del bagno
Anno di pubblicazione: 2002
Tipo di documento: Tesi
Data ultima modifica: maggio 2003
Porcella B
In un batter d’occhio...quando per parlare basta una palpebra. Il caso di Gabriele
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica Milano e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 2003-2004
Abstract: Lo sguardo rivolto verso l’alto per comunicare un assenso, le palpebre semi chiuse per esprimere un no, la mente lucida ed acuta imprigionata in un corpo che non risponde ai suoi comandi, una tabella di carta con 21 lettere gialle e verdi e Gabriele diventa “tiratore scelto dell’alfabeto”. Un ictus l’ha colpito relegandolo nell’immobilità ed in un silenzio ostinato dal quale vuole uscire per rimpossessarsi almeno della possibilità di soddisfare quel bisogno fondamentale per l’essere umano di comunicare, interagire con il mondo, esprimere sentimenti, idee, pensieri e rabbia. Può farlo solo con le palpebre, unica parte del corpo, sfuggita all’ammutinamento dopo la lesione. Alla fine l’ossimoro, paradossalmente creato da una sindrome che ha rubato il nome alla metrica classica ma che ha come effetto il silenzio, viene debellato dalla forza di volontà, dalla grande motivazione di Gabriele e dall’ingegno di chi crede nelle nuove tecnologie informatiche. L’elaborato presenta i risultati della sperimentazione – effettuata su Gabriele – di un nuovo sensore per personal computer da utilizzare con il movimento della palpebra.
Anno di pubblicazione: 2004
Tipo di documento: Tesi
Data ultima modifica: maggio 2016
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