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Gioco e giocattoli: criteri per valutare l’idoneità del giocattolo per il bambino con disabilità

Scheda n°: 265
Data ultima modifica: dicembre 2008
Tipo di documento: Tesi
Autore: Tischer MC
Dati editoriali: Tesi Corso di Perfezionamento "Tecnologie per l'Autonomia". Università Cattolica e Fondazione Don Gnocchi, a.a. 2007-2008
Anno di pubblicazione: 2008
Abstract:
L’attività principale del bambino è giocare: attraverso il gioco il bambino sviluppa aspetti fisici e psichici. Il gioco può essere fine a sé stesso o avere una valenza educativa, cioè essere capace di sviluppare e/o recuperare determinate capacità motorie, sensoriali o cognitive. L’attività del giocare si realizza attraverso l’uso di oggetti comuni o specifici allo scopo, denominati giocattoli. L’elaborato individua alcuni oggetti e giocattoli con maggior valenza educativa per un gruppo di bambini disabili: per l’eterogeneità del gruppo dei bambini disabili, che comprende soggetti con vario grado di disabilità e con disabilità coinvolgenti in varia misura, e talvolta contemporaneamente, la capacità motoria, sensoriale e/o cognitiva, la valutazione è stata limitata esclusivamente ai bambini che nella prima infanzia (0-18 mesi) presentano disabilità motoria derivante dalla ridotta o mancante capacità di prensione delle mani. Come per il bambino normodotato il giocattolo dovrebbe essere un giocattolo “anticipatorio”, ovvero un giocattolo in grado di stimolare il processo evolutivo della motricità grossolana della mano. A differenza del bambino normodotato, nel bambino disabile la scelta del giocattolo dovrebbe avvenire in funzione dello sviluppo neuromotorio della mano raggiunto da quel bambino e non in riferimento alla sua età. L’elaborato fornisce ai genitori ed ai vari operatori coinvolti nell’assistenza del bambino con disabilità motoria grossolana della mano una serie di criteri per scegliere il giocattolo più idoneo e più in generale sottolinea l’importanza che il tipo di gioco e di giocattolo proposti al bambino con qualsiasi forma di disabilità risultino adeguati allo sviluppo psicomotorio raggiunto, per non indurre nel bambino un senso di frustrazione che alla lunga allontana dal giocattolo e dal giocare.
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